Ricordo di Padre Rick

 

La Fenice che riporta la vita ai bambini in cenere

Il saluto di Padre Rick al memorial di Padre Wasson il 18 agosto 2006

 

Padre Wasson mi disse un giorno che se fossi andato in Haiti per aiutare N.P.H., avrei dovuto essere pronto a superare delle prove. Avrei avuto milioni di problemi. Ma mi promise che se avessi lavorato duramente e pregato e avessi avuto fede, avrei trovato milioni di soluzioni.

Non avevo ancora realizzato che sarebbe stato proprio lui a condurmi dritto dentro tutti quei problemi! Padre Wasson era così. Se ti sentiva pronto per una sfida, ti portava nelle acque profonde e per forza dovevi nuotare, lavorare, pregare, sognare, analizzare duramente e dipendere da Dio e dagli altri uomini. E alla fine ti trovavi a parlare nuove lingue, a conoscere tante culture e popoli diversi, abile in attività che non avresti mai imparato o di cui non avresti mai pensato di aver bisogno – in una parola più ricco e forte nella mente, nel cuore, nell’anima.

Padre Wasson veniva da Phoenix, Arizona. La Fenice è un uccello mitico che muore tra le fiamme e resuscita dalle ceneri in tre giorni: un simbolo protocristiano della Resurrezione di Gesù.

Quando Padre Wasson era un bambino, Phoenix era una città di mandrie e sabbia ardente. E’ difficile per la vita prosperare nel deserto. Negli anni Phoenix è diventata una grande città, piena di vita: se vieni da Phoenix, la Risurrezione ce l’hai nelle ossa. Ma se hai fede, vai oltre, come ha fatto Padre Wasson.

Quando nasciamo abbiamo un destino. Viviamo, lavoriamo, abbiamo un famiglia, lottiamo per essere felici e per compiere il nostro destino. E qual’è stato quello di Padre Wasson? Essere la Fenice, il segno e l’agente di resurrezione, per tutti i bambini le cui vite sono divenute cenere, i cui corpi e i cui cuori e le cui menti sono inariditi come il deserto, dalla povertà, dal dolore, dalle malattie, dalla guerra. Questa era la sua missione, bruciava dentro di lui dandogli un unico obiettivo in tutta la sua vita, ed era talmente urgente ed irresistibile che era impossibile per Padre Wasson finanche riposare.

La maniera di Padre Bill di realizzare questa missione era quella di essere un prete. “Prete” significa “colui che offre sacrifici per la gente”. Ma il prete migliore è quello la cui vita È un sacrificio per gli altri. Padre Wasson si è sacrificato, come prete e come persona, per la missione di N.P.H.. Si è speso fino alla fine per questo. Ha lavorato senza tregua quando era in salute e quando era malato, quando era felice e quando era depresso, e ha continuato a lavorare dopo una lunga lotta contro il cancro, dopo aver perso la milza, dopo aver rotto un’anca e poi l’altra, e quando l’età e la malattia pesavano come piombo su di lui.

E qual era questo lavoro? Nello stesso modo in cui Phoenix è risorta per la costruzione di canali che hanno portato la vita portando acqua, il lavoro della vita di Padre Wasson era costruire canali da tante terre fino ai bambini di N.P.H., e canali tra i bambini, e tra i bambini e lo staff di N.P.H. Ma questi canali non portavano acqua, portavano amore. Dal '54 anni Padre Bill, e molti amici e colleghi hanno costruito una vasta rete di canali che danno ai bambini poveri e orfani una chance nella vita. E’ vero che questi canali portano anche denaro, servizi professionali e lavoro volontario, ma anche questi, se non sono accompagnati dall’Amore, dalla carità, sono, come dice San Paolo, il risuonare di una campana vuota.

Auguriamo allora a Padre Wasson, attraverso cui Dio ha fatto cose straordinarie, la benedizione francescana che era sempre sulle sue labbra: Pace e bene, per sempre. E per quanto riguarda noi, possa Dio consolarci nel nostro dolore, rendere la nostra fede più profonda, e riempirci con lo stesso Amore, la stessa volontà di sacrificio e di donarci, così che Dio possa fare grandi cose tramite noi, e permettere a N.P.H. di continuare a crescere prosperare per tutti quei bambini che ancora vagano perduti in cenere.

Padre Rick Frechette – Direttore di N.P.H. Haiti

 


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