Lasciti testamentari
La tua famiglia è più grande di quello che pensi. Scegli di vivere per sempre nel cuore di un bambino.
A tutte le persone che vogliono bene ai nostri bambini e che credono nel lavoro della Fondazione Francesca Rava, vogliamo ricordare che si può continuare ad aiutare con un lascito, per garantire anche in futuro il percorso di affetto e aiuto prezioso che avete iniziato con noi.
La stessa Fondazione Francesca Rava è nata per trasformare la morte di Francesca in vita e amore per tanti bambini sofferenti e bisognosi e perpetuare la sua voglia di fare con tenerezza per gli altri. Negli anni la Fondazione ha realizzato progetti e aiutato bambini nel nome di tanti donatori che hanno voluto, anche dopo la loro morte, lasciare un segno di amore concreto e duraturo.
Un'eredità fatta d'amore: per maggiori informazioni e per richiedere l'opuscolo sui lasciti testamentari, CLICCA QUI, o contattaci a lasciti@nph-italia.org , tel. 02.54122917.
Il materiale informativo è realizzato con il Patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato.
Fare testamento è un gesto nobile e un atto d'amore che dura per sempre; è semplice, non costa nulla ed è modificabile in qualunque momento. Se non si hanno parenti e non si fa testamento, i nostri risparmi e i nostri beni vanno automaticamente allo Stato.
La Fondazione Francesca Rava lavora seriamente e con efficienza per trasformare questa scelta in concreti progetti di salvezza per migliaia di bambini a nome di chi ha disposto il lascito.
E per questa meravigliosa opportunità di dar loro sostentamento, assistenza sanitaria e istruzione, sappi che non è previsto alcun pagamento in tasse o spese accessorie.
Una storia che può — e forse deve — ripetersi. Ecco le testimonianze dei nostri cari donatori che hanno già disposto il loro lascito testamentario per continuare ad aiutare il loro bambino adottato a distanza:
<<Quindici o sedici anni or sono (da novantenne non sono più tanto sicuro della mia memoria), una sera Laura mi riferisce una sua esperienza di valore non comune. "Ti ricordi quella mia scolara, brava e capace di sopportare il mio carattere brusco, che per un tragico incidente perse la vita nell'imminenza delle sue nozze? Si chiamava Francesca Rava. Ho scoperto che la famiglia ha dato vita, nel suo nome, ad una fondazione che assiste i bambini dell'America Centrale orfani o abbandonati, che possono essere adottati a distanza, senza obblighi legali ma con l'apporto finanziario. Ho deciso di adottarne uno, il cui ritratto campeggia come poster nella sede della Fondazione. Segue una cura molto costosa per quella terribile infezione che è una dei numerosi terrori del nostro tempo. Il bimbo, con degli occhioni sbarrati, ha un nome curioso per noi, Victor Hugo, è nato nel Guatemala e là vive curato nella Casa NPH>>.
<<I nostri figli>>, aggiunse Laura, sono ormai adulti, si sposeranno, ci daranno nipotini; e Victor sarà un nipotino in più>>.
Era commovente pensare che una donna ormai in pensione, conclusa la sua missione di sposa e di madre, mentre stava iniziando la sua impari lotta contro il suo terzo tumore, sentisse il desiderio di avere entro la famiglia una nuova creatura da aiutare, pur così lontana, sopra un sentiero di speranza e di felicità. Ma così è stato: Victor ha vinto la sua malattia (il costo delle cure mediche è stato in parte sostenuto con il reddito di un lascito testamentario di Laura) e quando nel mio
studiolo alzo gli occhi dal libro, vedo il volto sereno del ragazzo.
Laura non lo può più vedere da dieci anni, non è riuscita a vincere la sua battaglia, ma il volto di Victor è familiare anche ai miei sette nipotini — o nipotoni — che lo considerano, pur così lontano, quasi un fratello maggiore. Hola Victor... Abuelo Fabio."
Giuliana ci racconta <<Ho adottato a distanza Pepito ormai piu di 10 anni fa. L'ho aiutato a crescere attraverso la Fondazione Francesca Rava, me lo sono preso a cuore proprio come un figlio; sono andata a conoscerlo nella Casa N.P.H. Messico ed è stata una grande emozione. Ora voglio, anzi sento il dovere, di garantirgli il mio aiuto anche per il futuro, perche possa terminare i suoi studi e realizzare i suoi sogni. Così ho pensato anche a lui e alla Fondazione nel mio testamento>>.
Giancarlo parla del padre <<Mio papà era un geologo, ha sempre amato la vita e i bambini. È bello sapere che una parte di lui vive ancora in mezzo a tanti bambini in un'aula della scuola St. Elisabeth in Haiti, realizzata in suo nome>>.
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