Haiti
Case N.P.H.:Kay Sainte Hélène a Kenscoff (11 km da Port Au Prince)
Baby House Ste. Anne a Tabarre, Port-au— Prince
Case N.P.H. Don Bosco a Tabarre, Port-au-Prince
Lingua: Creolo e Francese
Bambini accolti: circa 450
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Solo poche miglia a sud della Florida (U.S.A.), si trova il paese più povero dell’emisfero occidentale, Haiti, paese dove ogni ora due bambini sotto i 5 anni muoiono per malnutrizione e malattie curabili, solo il 55% ha accesso alla scuola primaria, il 70% della popolazione non ha lavoro.
Padre William Wasson fondò Nos Petits Frères et Sœurs (Nuestros Pequeños Hermanos N.P.H.) nel 1987 aprendo la Casa di accoglienza Kay Ste.Hélène. La guida delle attività N.P.H. nel paese venne affidata a Padre Richard Frechette, sacerdote americano e medico, impegnato da allora tutti i giorni a salvare i bambini di Haiti e dare loro un futuro, lottando contro l'ingiustizia, la miseria e le malattie.
In oltre 30 anni molto è stato fatto, in gran parte con l'aiuto dall'Italia, così che oltre alla Casa Ste. Hélène di Kenscoff, sono nati nel tempo moltissimi progetti in campo sanitario, educazione e formazione professionale, accoglienza e assistenza ai bambini orfani o in disperato bisogno: tra questi un ospedale pediatrico, un centro per bambini disabili, Scuole di strada, programmi di distribuzione alimentare, Francisville — città dei mestieri e tanti altri.
Kay Ste. Hélène — Kenscoff
Localizzato a 1450 metri sopra il livello del mare, dove la vegetazione è rigogliosa e l’aria è frizzante, è la casa di oltre 400 bambini, orfani, abbandonati o in disperato bisogno, tra questi 40 giunti dopo il terremoto.
350 bambini arrivano a Kay Ste. Hélène durante il giorno dalle poverissime aree circostanti, potendo così ricevere un pasto caldo e frequentare la scuola interna dell'orfanotrofio.
L’intera struttura, che si sviluppa su una piccola collina in mezzo ad un bosco di pini, consta di 19 cottages, ognuno dei quali è monitorato da un assistente; uno è per bambini e ragazzi disabili. I più piccoli trovano asilo presso Kay Philomene, Kay San Antonio e Kay Judy; le altre case, invece, ospitano ragazzi o ragazze suddivisi per sesso e fasce di età.
L’arredamento delle camere è molto semplice: lettini a castello a due piani e armadietti comuni dove i bambini ripongono i loro vestitini e i loro piccoli tesori. Nel mezzo vi è poi una costruzione più grande che funge da cucina comune.
La Casa dispone anche di un piccolo ambulatorio di pronto soccorso, di una scuola materna e di una scuola primaria, che segue i programmi scolastici approvati dal Ministero dell’Educazione Haitiano. Una volta terminato il ciclo di studi primario (della durata di nove anni), alcuni ragazzi escono dalla Casa per trovarsi un lavoro e diventare indipendenti, mentre altri decidono di continuare gli studi e si spostano nelle Case N.P.H. Don Bosco a Port-au-Prince.
Baby House Ste. Anne – Port-au-Prince
La Baby House Ste. Anne ospita circa 30 bambini tra gli 0 e i 5 anni e 12 bambini con disabilità fisiche e psichiche, a cui è dedicata un’area attrezzata della Casa, Kay St. Simon. I più piccoli frequentano l’asilo nido FWAL (Father Wasson Angels of Light), adiacente alla Casa, mentre i bambini con disabilità frequentano la scuola presso la vicina Kay Ste. Germaine e partecipano a sessioni di fisioterapia e riabilitazione a Kay Gabriel. Assistenti e volontari sono sempre presenti per garantire un ambiente protetto e familiare.
A Tabarre, nei pressi dell'Ospedale Saint Damien, nel 2014 sono state inaugurate 4 nuove casette doppie del Foyer Saint Louis, la struttura che ha ospitato per 5 anni oltre 100 bambini orfani del terremoto; nel 2015 i bambini sono stati trasferiti a Kenscoff o riaccolti dalle loro famiglie di origine, nei casi in cui superata la fase post emergenza sono stati in grado di offrire loro una casa.
Dal 2015 le 4 casette ospitano i ragazzi più grandi meritevoli cresciuti nei nostri orfanotrofi, che ora frequentano gli ultimi anni delle Scuole superiori o l'Università (Casa Don Bosco).
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Lo spirito delle Case N.P.H.
L’obiettivo degli educatori è insegnare ai bambini orfani e abbandonati a diventare cittadini responsabili, capaci di condividere ciò che ricevono e a collaborare tra loro come fratelli.
A ognuno vengono affidati compiti quotidiani: tutti fanno turni per le pulizie, in cucina, nei magazzini e assistono i più piccoli.
Ricevono amore e sicurezza, ma imparano anche che non sono i soli ad aver sofferto e che, quindi, a loro volta possono dare amore. Periodicamente vengono organizzate visite alle carceri minorili, agli ospedali, agli ospizi per anziani, dove i bambini e i ragazzi cantano, ballano o semplicemente cercano di fare compagnia.