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La Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus a fianco delle donne haitiane nella diagnosi e cura del tumore al seno.

 

A sole due ore di volo da Miami, il cancro al seno è la seconda causa di morte per tumore nelle donne haitiane, per le quali non esistono in tutto il paese possibilità di diagnosi o cure se non per una parte ristretta della popolazione femminile in grado di pagare le cure. Molti bambini già in situazioni di grande povertà, rimangono orfani.

 

• Non esiste assistenza sanitaria pubblica in questo settore;

• Non esiste personale medico dedicato e preparato: radiologi, chirurghi, patologi ed oncologi;

• Nessuna disponibilità, anche privatamente, di radioterapia, per la quale occorre recarsi in Repubblica Dominicana;

• Mammografie solo a pagamento e con strumenti obsoleti.

 

Il dottor Enrico Cassano, radiologo e oncologo, Direttore della Divisione di Radiologia Senologica dell’Istituto Europeo di Oncologia, con la Fondazione Francesca Rava ha visitato Haiti per la prima volta nel 2015 e in questi anni ha continuato a recarsi nel paese per coordinare e seguire un importante progetto di aiuto alle donne haitiane presso l’ospedale Saint Luc: la formazione di personale dedicato per la diagnosi del tumore al seno, lo sviluppo di competenze per le terapie e la diffusione dell’autopalpazione con attività di education alle donne haitiane per la prevenzione.

Il progetto è realizzato in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi.

 

Il progetto sin dall'inizio è sostenuto dagli eventi "Women for Haiti" e si realizza grazie all'impegno professionale volontario del dr Enrico Cassano.

 

2016

— Selezione e assunzione di personale haitiano per garantire un servizio di senologia continuativo all’Ospedale Saint Luc: un radiologo, due infermiere specializzate full time, un oncologo full time, due Health Promoters.

— Prima missione del Dr Cassano per la formazione del personale dedicato, nel novembre 2016, sulla diagnostica ecografica e sulla prevenzione (autopalpazione)

— campagna di educazione della popolazione femminile all'autopalpazione della mammella attraverso poster in creolo realizzati da un disegnatore haitiano, con informazioni cliniche a cura di Fondazione Umberto Veronesi.

 

2017

Da marzo 2017 il servizio di senologia dell’ospedale Saint Luc è regolarmente attivo due volte alla settimana.  Il reparto è dotato di un ecografo donato dallo IEO.

In 8 mesi sono state sottoposte a screening ecografico più di 1000 donne, 24 delle quali con sospette masse tumorali. 140 donne sono in cura per altre patologie al seno.

Nell'estate 2017 due medici volontari italiani specializzandi in radiologia si sono recati al Saint Luc e hanno svolto esami clinici ed ecografici al fianco dello staff haitiano per proseguire con la formazione.

Il 30 novembre 2017 il dr Cassano si è recato in Haiti per verificare l’andamento del progetto sul campo, tenere una nuova sessione di formazione su ecografia al seno, biopsie, e visite dei casi più complessi, incontro con le Health Promoters e formazione.

 

2018

Il progetto continua all'ospedale per famiglie St Luc, dove vengono condotte circa 10 mastectomie al mese, l'intervento è offerto gratuitamente. L'ospedale Saint Luc si trova a Tabarre nei pressi dell'Ospedale pediatrico Saint Damien.

Sono attualmente in cura al Saint Luc le donne che nel 2017 sono risultate positive ai controlli. Ad esempio nel mese di dicembre 2017, a seguito di visite specialistiche, sono stati riscontrati 12 casi di donne con sospette masse tumorali cancerose risultate poi positive alle biopsie; per loro sono iniziate a gennaio le cure con operazioni chirurgiche e cicli di chemioterapia.

Il team di progetto è composto da due medici, uno coordinatore locale del progetto l'altra si occupa della parte oncologica, due infermiere e due health promoters.

Donatella, volontaria della Fondazione, con le due health promoters

 

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Con 50 euro doni materiale diagnostico per una biopsia

Con 300 euro doni lo stipendio mensile di una Health promoters

Con 500 euro doni lo stipendio mensile di un’infermiera

Con 1000 euro doni lo stipendio mensile di un radiologo o di un oncologo

 

 

LA STORIA DI AMINA, GIOVANE DONNA HAITIANA, RACCONTATA DA DONATELLA DI PAOLO, VOLONTARIA CHE SI E' RECATA PIU' VOLTE IN HAITI PER PARTECIPARE AL PROGETTO.

 

 

 

"Amina arriva da lontano, da un villaggio a decine di chilometri da Port au Prince.

Fango, sporcizia, stenti  e amore come quello di cui ama i suoi cinque figli. Il primo, venuto al mondo quando lei aveva 15 anni.

Amina, ora di anni ne ha 28 ma a guardarla bene sembra ne abbia 50. Il volto segnato dalla fatica, dalla tristezza, da quella tristezza di chi sa che quei figli potrebbe non vederli crescere.

Il marito se lo è portato via il colera dopo che insieme avevano superato il dramma del terremoto.

E se anche lei se ne andrà, il destino dei suoi figli sarà segnato. Vagheranno per il villaggio e poi finiranno come tanti a Port au Prince inghiottiti dalla bidonville, magari chi lo sa, arruolati nelle file della criminalità.

Lei la parola cancro neppure la conosceva ma il suo seno si era modificato, giorno dopo giorno. A destra le era cresciuta una massa e, quando per il fastidio non era più riuscita a dormire, aveva deciso. Aveva lasciato i bambini e in qualche modo era arrivata all’Ospedale Saint Luc. Si era messa in coda all’alba e dopo ore era entrata in una stanza.

Il medico aveva fatto tutto ciò che poteva fare, una biopsia ma la strumentazione non c’era. Perchésiamo ad Haiti, uno dei paesi più poveri del mondo.

Non c’era un ecografo, tanto meno un mammografo.

Così la biopsia era stata fatta nell'unico modo in cui si facevano le biopsie, non guidata dall'ago in ecografia.

Ed era negativa. Quindi tutto a posto.

E così Amina era tornata al villaggio. Ma la massa cresceva.

Amina è una donna intelligente e aveva capito che qualcosa non funzionava e poi …quel chiodo fisso. Non  doveva lasciare cinque orfani.

Da un prete viene a sapere che ci siamo noi all’Ospedale Saint Luc. La Breast Cancer Task Force, qualcuno che è arrivato da lontano per aiutare le donne di Haiti.

Qualcuno giunto su quest’isola grazie alla collaborazione di due Fondazioni che lottano per una vita degna di tale nome.

La Fondazione Umberto Veronesi e la Fondazione Francesca Rava.

E così Amina riparte. Quando entra in quella che diventerà presto per molte donne la stanza delle speranza dove spiccano  i nostri manifesti sull’autopalpazione scritti in creolo e pieni di illustrazioni colorate, parliamo poco.

Non aveva voglia di parlare. Voleva solo vivere.

Il dottor Cassano e il team di medici e infermieri haitiani la fanno stendere sul lettino e con l’ecografo arrivato finalmente da Milano  dopo un lungo viaggio oltreoceano fanno la prima ecografia.

Il cancro è lì, grande otto centimetri, ed è arrivato ai linfonodi, cioè ci sono le metastasi.

Il dottor Cassano ripete la biopsia, quella biopsia che il giorno prima aveva insegnato a fare  ai medici haitiani prendendo una mela che veniva poi infilzata con un ago.

In realtà in Italia le biopsia si imparano a fare  su un petto di pollo nel cui centro si mette un’oliva. Ma  era pretendere troppo.

La biopsia è positiva. Ossia il risultato precedente era errato.

Quando le spiego tutto lei finalmente mi guarda negli occhi. Ti saresti aspettata le lacrime. No, Amina sorrideva, era come sollevata perchè adesso le era chiaro che  di cancro si può anche vivere, di ignoranza si può certamente  morire.

Sapeva che era arrivata finalmente la speranza. E cosi è stata affidata ai medici che le hanno asportato il seno malato ed ha fatto la chemioterapia. E' tornata dai suoi ragazzi.

Fra qualche giorno la rivedremo."

 

Canale Notizie - 21-11-2017 - Segnala a un amico


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