Team 100: il volontario anestesista Sandro racconta i suoi giorni su Nave Bettica
DA OTTOBRE 2013 OLTRE 100 TEAM DI VOLONTARI SI SONO AVVICENDATI COSTANTEMENTE SULLE NAVI IMPEGNATE IN MARE NOSTRUM E MARE SICURO: OLTRE 160 INFERMIERI E MEDICI D’URGENZA, GINECOLOGI E OSTETRICHE, PEDIATRI, IMMUNOLOGI DA OSPEDALI DI TUTTA ITALIA CHE HANNO ASSISTITO OLTRE 100 MILA PERSONE, IN PARTICOLARE DONNE INCINTE E BAMBINI.
Ecco la testimonianza di Sandro, anestesista di Roma e volontario del team 100.
"Mi chiamo Sandro e sono un anestesista rianimatore di Roma. Avevo sentito parlare della Fondazione Francesca Rava e della sua collaborazione con la Marina Militare e amando da sempre il mare e tutto ciò che rappresenta, ho afferrato con entusiasmo questa occasione come prima esperienza di volontariato.
Per avere un’ idea di cosa mi aspettava avevo letto due splendidi libri: “Lacrime di sale” storia della vita del dott. Bartòlo, il medico di Lampedusa che ha dedicato la sua vita all’isola e all’aiuto ai migranti e “Non dirmi che hai paura” la drammatica storia di Samia, una ragazza Somala, la cui passione era la corsa e che intraprende “il viaggio” per realizzare il suo sogno: partecipare alle olimpiadi. Due straordinarie testimonianze che ancora di più mi avevano motivato ad affrontare questa esperienza.
Mi ha accompagnato in questa missione un altro volontario della Fondazione Francesca Rava, Mattia, un infermiere di pronto soccorso, esperto, generoso (ha partecipato ai soccorsi alle popolazioni nel recente terremoto), pronto a sacrificarsi per gli altri e per i suoi progetti di vita. Sul Pattugliatore “Comandante Bettica” ho conosciuto anche Giovanna, giovane infermiera, militare di carriera, esperta, intelligente, sensibile, ubiquitaria, per me, un'altra certezza.
L’evento così temuto ma anche così atteso, cioè il recupero ed il salvataggio di imbarcazioni di migranti non si è verificato. Ci sono stati di notte due allarmi, però non conclusi con un SAR da parte della nostra nave.
Sono comunque felice di questa esperienza che mi ha arricchito per quello che ho potuto toccare con mano: ambiente e persone. Ho visto il mare nella sua bellezza ed inesauribile forza, ci si trova immersi in un ambiente in cui siamo ospiti, con le sue leggi da rispettare. Ho conosciuto l’equipaggio e visto come lavorano. Passano molto tempo imbarcati lontano dalle famiglie e dalle amicizie, dal 2013 sottoposti ad un impegno faticoso e incessante. La loro routine è stata quella di uscire in missione, prendere spesso in condizioni drammatiche e gestire 600/800 a volte 1000 disperati, sbarcarli, disinfettare a fondo gli ambienti, rifornire la nave e ripartire per una nuova missione, senza tregua di giorno o di notte. Nei loro racconti c’è sempre pietà, comprensione, coinvolgimento perché hanno visto la sofferenza negli occhi e nei corpi di quelli cui salvano la vita. Ho parlato spesso con i due mediatori culturali, uno del Senegal l’altra della Nigeria, laureati, in Italia da molto tempo ed impegnati in organizzazioni che aiutano l’inserimento dei migranti nella nostra società. Conversando con loro ho ampliato le mie conoscenze sulle motivazioni della fuga dai loro paesi e sui problemi relativi all'inserimento.
Ho cercato di dare un contributo con la mia presenza tenendo due incontri con l’equipaggio sulle metodiche corrette del soccorso in una emergenza sanitaria, il protocollo BLSD. Una conversazione arricchita da filmati e diapositive che mi sembra sia stata seguita con interesse da tutti.
Questi quindici giorni intensi vissuti tra persone così differenti da quelle che abitualmente si frequentano, in un ambiente così particolare, a contatto con emozioni e situazioni estreme sono stati per me un ulteriore stimolo ad uscire dal guscio protettivo che ognuno si costruisce e che ci nasconde realtà, purtroppo esistenti, che potrebbero destabilizzarci. Stimoli che però promuovono la nostra crescita ed ampliano i nostri orizzonti di conoscenze. Di questo devo essere grato alla Fondazione Francesca Rava che me ne ha offerto la possibilità ed alla Marina Militare Italiana che mi ha accolto con l’affetto ed il calore dei suoi marinai e dei suoi ufficiali."
Sandro
Canale Notizie - 01-03-2017 - Segnala a un amico