Haiti colpita dall’uragano Matthew, il piano di Padre Rick per sfamare e curare le persone, ridare orti e raccolti, capre e pollame, barche e reti per pescare, ricostruire case e tetti, far ritornare le famiglie nelle loro case e i bambini a scuola
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con 5 euro doni un kit di reidratazione per il colera per un bambino
con 6 euro doni 4 kg di pasta prodotta a Francisville città dei mestieri
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LEGGI L'ARTICOLO USCITO SU CORRIERE DELLA SERA "HAITI RINASCERE DOPO L'URAGANO" (20/11/2016)
N.P.H., l’organizzazione umanitaria internazionale rappresentata in Italia dalla Fondazione Francesca Rava, sta soccorrendo i bambini e le famiglie delle province del sudovest di Haiti più colpite dove si stima ci siano stati 1.000 morti, 70.000 persone senza casa, dove sono stati distrutti alberi da frutto, piccoli orti familiari e raccolti, sola fonte di sostentamento della popolazione di queste province.
Padre Rick Frechette, medico in prima linea, da 30 anni Direttore di NPH in Haiti, e i suoi team stanno portando migliaia di litri di acqua, decine di tonnellate di riso, fagioli, pasta, team medici in elicottero e in carovane che si fanno strada nel fango a l’Asile, Les Cayes, Dame Marie, La Serengue (Abricot) e Jeremie, Fond de Blancs, Fond Wa, dove la Fondazione Saint Luc (che riunisce i ragazzi cresciuti nella Casa orfanotrofio NPH, rimasti a lavorare al fianco di Padre Rick) opera con scuole e cliniche mediche.
Padre Rick, inoltre, sta organizzando team per ripiantare banani, alberi di mango, palme da cocco nei cortili delle case e sta pianificando colture che diano raccolti in tre mesi, come il mais, sta inviando alluminio e cemento, per la ricostruzione di tetti, cosi che le famiglie sfollate che vivono nelle scuole possano tornare nelle loro case e i bambini tra i banchi.
Obiettivo: sfamare 50.000 persone ed evitare che abbandonino ciò che resta della loro casa e del luogo in cui hanno vissuto sinora.
Al Saint Damien è operativo l’unico centro di reidratazione pediatrico, ove giungono in condizioni gravi anche piccoli pazienti colpiti dal colera dalle zone del sudovest, come la piccola Laci*, due anni, di Aux-Cayes a Camperin, giunta con la sua giovane mamma al St Damien per essere ricoverata d'urgenza. Laci aveva diarrea e vomito e, a causa della disidratazione era stata inizialmente trasportata via elisoccorso a Port-au-Prince, trasferita poi d'urgenza al St Damien, in quanto struttura specializzata nella cura dei pazienti colpiti dal colera.
Grazie alle donazioni dall’Italia, dall’Ospedale pediatrico NPH Saint Damien, già centro dei soccorsi internazionali in occasione del terremoto del 2010 e che assiste 80.000 bambini l’anno, ogni settimana parte un team di due dottori, 3 infermieri, due assistenti sociali, che distribuisce ad una media di 700 persone cloro per la depurazione dell’acqua, medicine, tende per contrastare il colera, burro d’arachidi per prevenire la malnutrizione infantile, e visitano 300 adulti e bambini, cui vengono curate ferite infette, assicurati antibiotici e antitetanica.
Un team medico dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma si è già recato ad Haiti per aiutare. Tutti i bambini accolti nelle Case orfanotrofio NPH stanno bene anche se i venti forti hanno provocato ingenti danni alle strutture: alberi sradicati e caduti a Kenscoff sugli edifici, cisterne dell’acqua divelte e rovesciate, scoperchiato un pezzo di tetto della Baby House Sant’Anna. La Fondazione ha inviato i fondi per procedere alle riparazioni.
“Ieri abbiamo portato 50.000 sacchetti d’acqua a Fond Goser dove le persone cercano di filtrare l’acqua di mare con la sabbia. A loro doneremo presto pompe e filtri, abbiamo ancora molto da fare in questa fase di primo soccorso, ma abbiamo cominciato a dare semi di fagioli, mais e patate dolci per gli orti a Nan Roche e Dame Marie, per 350 famiglie.”
Padre Rick
* Nome di fantasia per proteggere la privacy della bambina.
Laci, 2 anni, con la sua giovane mamma al St Damien: la bambina è stata ricoverata d'urgenza dopo aver contratto il colera.
Tutti i bambini accolti nelle Case orfanotrofio NPH stanno bene anche se i venti forti hanno provocato ingenti danni alle strutture, alberi sradicati e caduti a Kenscoff sugli edifici, cisterne dell'acqua divelte e rovesciate, a Sant'Anna scoperchiato un pezzo di tetto.
“Cos’è diverso dal terremoto del 2010? Allora le vittime erano rimaste uccise dai crolli a Port au Prince; qui oltre alle persone uccise dall’uragano, saranno più alti i numeri di chi morirà per la fame, colera e infezioni nelle prossime settimane, tra la popolazione diffusa in aree rurali poco accessibili. Nel 2010 crollarono strutture, fabbriche a Port au Prince, questa volta è stata distrutta la microeconomia, le piccole realtà produttive di intere regioni. Per questo dopo i soccorsi di questi giorni, ricostruiremo i tetti delle case e delle nostre scuole, aiuteremo a ripiantare alberi e piante, faremo tornare gli animali nei cortili, riporteremo i pescatori a pescare, per l’alimentazione dei bambini e delle loro famiglie”.
ph. Logan Abassi
ph. Logan Abassi
ph. Logan Abassi
ph. Logan Abassi
ph. Logan Abassi
I ragazzi più grandi cresciuti nelle strutture N.P.H. stanno aiutando nei soccorsi, realizzando pacchi con riso, pasta prodotta a Francisville e fagioli da distribuire alle popolazioni più colpite e caricando i camion.
Canale Notizie - 14-10-2016 - Segnala a un amico