Team 65: Giulia P., neonatologa e anestesista e Giulia B, ostetrica, volontarie su nave Borsini raccontano la loro navigazione.
"Sono stati 12 giorni sereni ed emozionanti, una navigazione tranquilla. Con i migranti abbiamo avuto un solo evento il penultimo giorno a bordo. Il mare calmo, dopo giorni di navigazione in acque agitate, ci ha fatto avere nel pomeriggio, la segnalazione di un gommone piuttosto distante da noi. Subito la lenta andatura sulla via del rientro a casa di Nave Borsini si è interrotta e i motori sono stati spronati in direzione del gommone sospetto.
Il personale della nave si è subito attivato: gli elicotteristi hanno spostato l'elicottero e preparato l'hangar, altri hanno preparato le idrobarche, i ragazzi del San Marco si sono divisi i compiti ed è poi iniziata la distribuzione dei dispositivi di protezione individuale; nel frattempo noi sanitari abbiamo incominciato a preparare i farmaci e tutto ciò che potesse servirci nell'asssistenza.
Dopo un po' di tempo le idrobarche sono ritornate, si sono accostate a nave Borsoni e con difficoltà a causa del buio e del movimento, hanno spinto in salvo il loro carico umano.
Sul ponte è apparsa per prima una bimba di circa 7 anni seguita da una decina di donne avvolte in veli colorati. Stvano bene, avevavo sguardi stanchi e smarriti, avanzavano seguendo le nostre indicazioni: prima il metal detector poi una prima osservazione sanitaria e infine una sorta di identificazione.
Dopo le donne sono arrivati tutti gli altri: una settantina di ragazzi giovani, alti, allampanati con lunghissime gambe secche. Etiopi, eritrei, tratti somatici inconfindibili. Il bianco dei loro occhi ci fissava nella notte e, sotto il fascio di luce artificiale che illuminava il ponte di volo, abbiamo scoperto braccia, gambe, torace. Tutti sani nonostante i loro corpi raccontino di pestaggi subiti, bruciature di sigarette, frustate. Qualche caso di scabbia subito isolato.
Dopo circa tre ore abbiamo finito, sono stanchi, affamati, mal vestiti ma sani.
Nella notte c'è stato un caso di ipotermia ma il medico e gli infermieri sono riusciti a prestare soccorso in breve tempo, al mattino era tutto risolto. Poi le necessità di base, la cena: un piatto a testa e bottiglie di acqua. Tutto in ordine e in breve tempo."
Giulia
Canale Notizie - 21-02-2016 - Segnala a un amico