"Il momento più felice per noi è quando padrini, volontari, donatori vengono a trovarci. Questo ci fa capire che non siamo soli" Jose, della Casa NPH Bolivia racconta a Chiara
Chiara, tutor e coordinatrice dei campus di volontariato nelle Case NPH sta visitando in questi giorni alcune Case orfanotrofio NPH. Ad accompagnarla in questo viaggio c'è Stefano Guindani, noto fotografo italiano, grande amico e sostenitore della Fondazione Francesca Rava che per celebrare i 60 anni di NPH ha deciso di realizzare un libro fotografico che racconti, attraverso i suoi scatti, la vita nelle Case NPH e la realtà quotidiana.
"Domenica 5, giorno di Pasqua: questa incredibile esperienza in giro per tutti i 9 paesi in cui NPH opera, termina qui, in Bolivia, l’ultima struttura ad essere stata realizzata.
Mentre guardo i bambini disperdersi in giro nell’immensità del terreno alla ricerca delle uova nascoste (come tradizione vuole!), penso che non sia un caso il fatto che questo progetto finisca proprio oggi, giorno della Resurrezione.
Un bimbo corre per mostrarmi l’ovetto appena trovato, lo guardo e in lui rivedo tanti Hermanos Mayores che, con Stefano, ho avuto l’onore di incontrare ed intervistare: uomini e donne che grazie a NPH sono rinati.
Uomini e donne che oggi non solo hanno un lavoro ma si sono creati la loro famiglia perché, nonostante le ingiustizie subite, hanno avuto modo di incontrare l’amore e sopratutto hanno conosciuto e fatto loro il piu estremo gesto d’amore: il perdono.
Ripenso a 7 anni fa quando, seduta sulla gradinata del campetto da calcio della Casa orfanotrofio NPH in El Salvador vedo un ragazzo claudicante avvicinarsi a me. Conoscevo la sua storia. Da neonoato era stato messo sul fuoco dai genitori, stanchi di sentirlo piangere....sul fuoco dai genitori perché stanco di sentirlo piangere....sul fuoco dai genitori perché stanco di sentirlo piangere. Mi dice che suona la chitarra e scrive canzoni. Mi chiede se ho voglia di ascoltarlo. Canta. La sua canzone è triste, racconta di Father Wasson e del suo dolore per averlo perso dopo che era diventato un padre per lui. La canzone è gratitudine. Parla di come Padre Wasson accogliendolo nella Casa NPH gli abbia donato una seconda vita. La mia testa è confusa: come può qualcuno, dopo aver sperimentato su di sé l’odio dei propri genitori, parlare oggi d’amore?
Mentre scrivo mi passano davanti i tanti volti degli Hermanos Mayores e mi risuonano nelle orecchie le loro parole e non un immagine e non un verbo portano rabbia o rancore. Jose, 18 anni, oggi ci racconta la sua vita di bambino che a 12 anni ha dovuto iniziare a lavorare per mantenere i 3 fratellini e comprare le medicine per il padre malato. Quando gli domandiamo quali sono i momenti che più lo rendono felice da quando vive nella Casa NPH Father Wasson Bolivia ci risponde “quando i padrini, volontari, donatori vengono a trovarci. Questo mi fa capire che non siamo soli”.
Jose non pensa al suo passato, è rinato, oggi vive il suo presente e può finalmente vedere il suo futuro.
5 aprile: i sorrisi, gli occhi, le parole e gli abbraci di migliaia di bambini incontrati testimoniano, da 60 annni a questa parte, il miracolo della rinascita di molte vite."
Chiara
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Canale Notizie - 17-04-2015 - Segnala a un amico