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NPH corre in aiuto per il crollo della scuola ad Haiti

                                                                                                                                                       Padre Rick e la squadra di soccorso NPH Haiti corre in aiuto per il crollo della scuola ad Haiti.

 

L
8
novembre, la Promesse Evangelique, una scuola a Petionville, è crollata intorno alle 10. In un giorno di scuola ci sono in media 700 bambini che frequentano la scuola, ma quel giorno era un giorno speciale di festa e c’erano almeno 1500 persone all’interno.

Molte persone ci hanno chiamato e chiesto notizie, e ci hanno chiesto come il nostro ospedale NPH St Damien ha risposto a questa emergenza di tali proporzioni. Immediatamente dopo aver sentito del crollo, padre Rick Frecchette e due squadre di soccorso, con il nostro Giuseppe Riitano, chirurgo volontario presso l’ospedale, sono partite dal nostro ospedale e si sono dirette sul posto dove si sono immediatamente ritrovate immerse e travolte nel caos più totale. Ogni corpo capace di spostare anche solo un pezzo di cemento si era messo al lavoro per scavare, in assenza di ruspe o altri mezzi, per liberare i bambini dalle macerie prima possibile.

La scuola non è una scuola NPH perciò i nostri bambini sono salvi, ma tutte le nostre energie stanno andando alle operazioni di soccorso, insieme ai soldati delle Nazioni Unite e quanti altri hanno raccolto questo appello disperato.

 

 

Cari amici,

ieri, una scuola di 5 piani costruita con poca cura in un burrone, vicino al nostro vecchio ospedale di Petion Ville, è crollata su un migliaio di bambini.

 

C’è stata una richiesta d’aiuto alla radio indirizzata a dottori e personale qualificato e siamo partiti subito, in effetti sono appena tornato a casa.

 

Abbiamo lavorato tutto il giorno come soldati con martelli pneumatici, pale, torce, e con le nostre semplici mani. Siamo riusciti a tirare in salvo 8 teneri bambini molto gravi ma vivi, dopo aver rotto molto cemento ed aver scavato tantissimo. Abbiamo anche tirato fuori molti corpicini ormai senza vita e anche alcuni soccorritori sono rimasti incastrati sotto il cemento. Migliaia di persone riempivano il burrone, famiglie dei bambini, vicini di casa che guardavano, piangevano e gemevano, il suono del loro dolore riempiva l’intero burrone come se fosse tutta la nazione a straziarsi ed inoltre c’era il terribile suono delle urla soffocate dei bambini intrappolati sotto le macerie.

Triste, molto triste.

Unitevi a noi nelle preghiere per le famiglie, ancora una volta una tragedia in questo paese.

Nel violento dramma, mi ha dato gioia vedere così tante persone di NPH e della nostra squadra medica di soccorso St. Luc che erano lì per aiutare, molti dei quali ex orfani cresciuti nella nostra casa NPH. Alcuni portando barelle, altri davano l’acqua a chi lavorava ed alle persone intrappolate nel cemento, altri che trasportavano cadaveri e feriti, altri ancora aiutavano a scavare a mani nude.

I bambini tratti in salvo sono stati portati d’urgenza nei vicini presidi medici e nel nostro ospedale.

Grazie perla vostra condivisione e preoccupazione e soprattutto non abbandonateci con le vostre preghiere.

 

Padre Rick -  9 novembre

 

 

10 novembre, testimonianza di Giuseppe Riitano, medico chirurgo di Salerno, volontario presso l’ospedale pediatrico NPH in Haiti.

Una memoria su quanto è accaduto a Petionville: è difficile scrivere di queste cose per chi come me non ha “mestiere”, è difficile rimanere “composti” quando la realtà è così scellerata, comunicare senza frasi fatte o parole scontate.

 

Verso le 12:00 siamo avvertiti per telefono da Padre Rick che è crollata una scuola in Petionville, si sa già che la tragedia è grande. Padre Rick è sul posto, io sono in Ospedale con Villaire, Nirva e Julien, furiosamente raccogliamo materiale sanitario in grossi contenitori, saltiamo sul “carro” e partiamo per Petionville dando un passaggio anche alla francese Juliet. Avvicinandoci alla sede del disastro viaggiamo a passo d’uomo quasi sospinti da un fiume di persone, passiamo posti di blocco improvvisati da poliziotti concitati; abbandoniamo il mezzo ancora un po’ lontani, ci carichiamo il materiale sulle spalle e continuiamo a piedi, c’è gente che si dispera fra pressione sui “cordoni” costituiti da poliziotti e gente in borghese, tutti sembrano stravolti ma non vedo violenza, noi passiamo senza problemi per il materiale che trasportiamo, per le magliette gialle di Saint Luc ma anche forse per la mia pelle e la mia barba bianca. Perdo il contatto con tre dei ragazzi ma non ho paura per loro o per me: la paura di tutti e rivolta a quello che ci attende ala fine della discesa. Vorrei tornare un po’ su o fermarmi a cercare almeno le ragazze, siamo raggiunti da un ragazzo di Saint Luc che ci da notizie dei tre che ho perso e del materiale che trasportavano, cerco di raccogliere le idee ma in un attimo siamo accompagnati in un vicolo, lungo una ripida scalinata, infine siamo su un cumulo di macerie quasi sospese sul dirupo ed incastrate fra le costruzioni circostanti; vedo un primo cadavere trattenuto dal cemento poi a pochi metri caschi blu con tute mimetiche di diverse nazionalità e Padre Rick e alcuni ragazzi di Saint Luc bianchi di polvere con un piccone o una vanga in mano: loro continueranno nella loro attività noi ci spostiamo su una terrazza adiacente che ha retto e con altri sanitari in divisa presteremo i primi soccorsi ai feriti. Arrivano 3 – 4 ragazzi vivi, sono feriti ma non si lamentano, sono sgomenti, primo soccorso, sono stabili via in barella. Sembra impossibile che li sotto ci possa essere tanta gente, scambio qualche parola con i soldati brasiliani, io spero che non siano in tanti la sotto, nessuno mi risponde. I martelli e le fiamme ossidriche aprono blocchi di cemento armato, arrivano 5 -6 – 10 cadaveri, sono bianchi di polvere non rossi di sangue. Qualcuno, ancora vivo viene liberato con un lavoro frenetico, pochi arnesi e molte mani, è assistito da un medico militare che poi guida il trasporto sulla nostra terrazza. Improvvisamente un gruppo di militari cileni urla con entusiasmo che serve un medico, sono lì con un po’ di roba per dare assistenza ad una ragazza: la sua gamba sinistra è incastrata sotto il cadavere di un compagna che una trave di cemento ha quasi diviso in due, io ed un soldato cileno la aiutiamo per quanto possibile, scaviamo sotto di lei per darle spazio, sorreggiamo la sua testa e reggiamo un drappo davanti al suo viso perché non veda, sotto di noi calcinacci mattoni e due cadaveri, uno ha la testa ……… Ci vorranno più di 30 minuti perché martelli e fiamma ossidrica liberino la ragazza, forse solo una frattura alla gamba, trema, non parla ma il polso e la pressione vanno bene: via in barella. Dopo non so quanto tempo Padre Rick mi raggiunge sulla terrazza, riprendiamo la scalinata scendiamo per un piccolo vicolo e ci troviamo in un piano sottostante, dalle cose disseminate si capisce che era una aula, da una ampia crepa di una parete militari brasiliani tirano fuori due bambini con qualche ferita e lo stesso sguardo sgomento; c’è un problema: un terzo bimbo è bloccato da un compagno non più vivo, bisogna mutilare il piccolo cadavere per liberare il bimbo vivo, si teme che possa avere o subire ferite nelle manovre necessarie. Il responsabile dell’ operazione è una giovane dottoressa in tuta mimetica, fa allontanare molta gente, sa che sono un chirurgo vascolare e mi dice di aspettare li con lei: sarà necessaria solo qualche medicazione......

 

Andremo via più tardi in mezzo ad una disperazione meno caotica più consapevole mentre mezzi e strumenti di soccorso più pesanti lentamente ed a fatica si avvicinano alle macerie.

 

La mattina successiva Padre Rick di buon ora è di nuovo sulle macerie con i suoi, io resto in Ospedale nell’ eventualità vi fosse qualche ferito da accogliere, nel pomeriggio arrivano 3 ragazzini, sono ancora qui, se la caveranno. Dopo molte ore di riposo nella tranquillità di Tabarre comincio a riflettere e poi a cercare disperatamente qualche segno positivo in questa ennesima tragedia haitiana. Qualche pensiero più sereno si fa strada: a poche ore dal disastro il mondo è informato, le immagini e le notizie corrono su internet, mi telefona mia moglie e qualche amico, hanno le stesse notizie che ho io, la polvere dei calcinacci è arrivata in ogni angolo del mondo, nessuno può fingere di non vederla. Poi ripenso alla gente, alla partecipazione, alla disperazione quasi composta, alla voglia di aiutare e di farsi aiutare da chiunque potesse farlo qualunque divisa indossase. Vi sono state anche delle azioni politiche di qualche significato: la visita di Preval e del primo ministro ma anche, credo, il senso di solidarietà internazionale insito nella scelta del contingente della Minhustat che ha gestito le operazioni: sulle macerie ho visto caschi blu brasiliani, cileni, pakistani, giordani oltre a soldati canadesi e francesi tutti militari tranne ovviamente Padre Rick e la sua gente. Un abbraccio a voi tutti e grazie per ciò che continuate a fare per aiutarci ad aiutare.

 

Giuseppe

 

APPELLO URGENTE PER HAITI

OPERAZIONI DI SOCCORSO CROLLO SCUOLA A PERIONVILLE

Ogni euro può aiutare padre Rick e il suo team di soccorso. Per dare il tuo contributo: causale: “OPERAZIONI DI SOCCORSO”

c/c postale n.17775230 intestato alla Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus

c/c bancario Banca Mediolanum Filiale Basiglio IBAN IT 39 G 03062 34210 000000760000

intestato a Fondazione Francesca Rava — N.P.H Italia Onlus

con carta di credito telefonando allo 02.5412 2917 o sul sito www.nphitalia.org

GRAZIE di cuore da Padre Rick e da tutto il suo team.

 

PADRE RICK ci lancia questo appello: “CIO CHE CON IL VOSTRO AIUTO VORREI FARE

Vorrei condividere con voi quanto vorremmo fare se trovassimo i mezzi:

 

1) poter dare un’appropriata sepoltura a tutti i bambini. Un’idea sarebbe quella di farlo nello stadio nazionale così da fare in modo che l’attenzione del mondo sia rivolta ad una loro dignitosa sepoltura. Anche ieri eravamo all’obitorio per un bimbo che ci è morto tra le braccia dopo il crollo della scuola e lì abbiamo trovato sul pavimento 60 corpi fracassati, immaginatevi che immagine si troveranno davanti agli occhi le famiglie chiamate per l’identificazione!

 

2) Poter formare un team di psicologi per le famiglie ed le persone vicine alle vittime.

 

3) Dare ad ognuna delle famiglie una somma di denaro (200 US $) per aiutarle con le spese per i medicinali e le cure da somministrare ai loro cari feriti ma sopravvissuti.

 

4) Poter trasferire i bambini sopravvissuti in un’altra scuola in modo che possano subito ricominciare una vita normale e smaltire lo shock in modo graduale ed in un ambiente adeguato. Ciò può essere realizzato trasferendo i bambini dalla loro scuola ad una vicina e se non esiste, si potrebbe pagare il trasposto ad altre scuole non molto lontane, anche le nostre di NPH, se anche questo non dovesse funzionare, possiamo provare a costruire una scuola da campo provvisoria con delle tende per non far perdere l’anno scolastico ai bambini.

 

5) Sollecitare un impegno forte per investire in questo quartiere per la costruzione al piu presto di una nuova scuola appropriata.

 

In ogni modo DOBBIAMO continuare a sperare. GRAZIE per il vostro aiuto e le vostre preghiere.

 

Padre Rick

Canale Notizie - 10-11-2008 - Segnala a un amico


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