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Maita, ginecologa, volontaria a bordo di Nave Etna: "17 migranti sono morti di freddo su un gommone a 150 miglia a sud di Lampedusa"

 

Maita, ginecologa e volontaria a bordo di Nave Etna, quasi ogni giorno ci aggiornasu quanto sta accadendo nel canale di Sicilia, in queste fredde giornate che precedono il Natale.

 

LEGGI L'ARTICOLO DDEL 7 GENNAIO 2015 DI FAMIGLIA CRISTIANA.IT

 

5 dicembre

"Diciassette migranti sono morti di freddo su un gommone a 150 miglia a sud di Lampedusa. Lanciato l'allarme, l'imbarcazione è stata raggiunta da due motovedette della Guardia costiera e dal rimorchiatore civile "Burbon Argos".

 

Non è stato un naufragio, come si era pensato all'inizio, a provocare questa nuova tragedia nel Canale di Sicilia: 16 delle vittime sono morte presumibilmente per ipotermia e disidratazione, un'altra è stata stroncata da un edema polmonare subito dopo l'arrivo dei soccorritori. Sul gommone c'erano altre 75 persone, una delle quali, in gravi condizioni per ipotermia, è stata subito trasferita con l'elicottero della nave militare Etna all'ospedale di Lampedusa. I superstiti sono stati trasferiti prima sulla nave "Orione" e successivamente sulla "Etna". Le salme sono state trasferite su una motovedetta della Guardia costiera diretta a Porto Empedocle.

 

Sono in tutto 278 i migranti soccorsi nelle ultime ore dalle navi della Marina militare nel Canale di Sicilia. Il pattugliatore "Cigala Fulgosi" e la corvetta "Driade" hanno recuperato due gommoni con a bordo rispettivamente 102 e 100 persone, tutte imbarcate sulla "Etna", come i sopravvissuti del gommone della nuova strage."

 

6 dicembre

"Con la luna piena e il mare relativamente calmo gli sbarchi sono assicurati.

Negli ulitimi due giorni abbimo raccolto circa 350 persone che, confrontati con i numeri dell'estate, sono poca cosa. Questi però sono i più poveri. Un interprete ci ha detto che un viaggio di questi tempi costa circa 1000 euro perchè è su gommoni. In estate costa il doppio perchè è su barconi. In genere d'estate viaggiano i Siriani che adesso non vediamo. Questi profughi sono tutti ragazzi tra i 20 e 25 anni più docili e collaborativi con noi e fra loro. Le donne sono poche e giovanissime.

I casi più frequenti che vediamo sono di scabbia e ustioni di secondo grado, a volte molto diffuse soprattutto ai glutei e in zona genitale, per la reazione fra acqua di mare e garburante.

 

Nel gruppo appena recuperato c'era anche una mamma che ha perso nel viaggio il suo bambino di circa 5 mesi che stava ancora allattando. E' arrivata sconvolta, in stato confusionale, con un importante ingorgo mammario e mestruata.

Una crocerossina che ha avuto quattro figli ed io l'abbiamo accudita. Abbiamo fatto una fasciatura contenitiva del seno alla vecchia maniera. Fra qualche ora verrà sbarcata.

Nel piccolo ospedale da campo allestito sul ponte sono accolti un giovane papà di un bimbo di circa due anni. La mamma è partita con loro ma nel viaggio durante la notte ci sono stati dei tafferugli sul loro barcone, si è fatta male. Il marito dice che la moglie è già in ospedale a Lampedusa.

 

Il bimbo è buono e sorridente. Ha riconosciuto i pannollini sul tavolino dove viene cambiato, mangia e beve da solo. Un infermiere gli ha fatto una pallina di cotone e nastro adesivo con cui adesso gioca in infermeria."

 

12 dicembre

"Verso la Libia, mare ancora mosso, tempo sereno. Oggi non sono previsti sbarchi."

 

"La donna ha lo sguardo perso nel vuoto. I suoi capelli sono crespi e lunghi, inanellati dal tempo e dalla salsedine. Le sue mammelle sono gonfie, appena le sfiori esce il latte a gocce, piano piano. Il bambino non c’è. Capiamo che il bimbo non c’è più. Non ha retto al viaggio. La donna piange piano piano, come il latte che esce dalle sue mammelle. Noi impotenti. Non ci esce una parola, solo gesti timidi, leggeri per non disturbarla.

 

Il papà e il bambino. Il papà è poco più di un ragazzo. Il piccolo, circa due anni, si guarda intorno tranquillo, curioso e per niente intimidito. Invece noi siamo un pò a disagio in queste tute coperti dalla testa ai piedi, neanche gli occhi sono liberi perché sono dietro gli occhiali. Come si può sorridere ad un bambino così bardati? Ci aiuta lui. Lui ci sorride, ci tira le dita dei guanti e ride allo schiocco che produce questo gioco. Non ha le scarpette. Qualcuno le ha infilato un paio di calze da uomo e su di esse un paio di guanti sanitari. Mentre i profughi attendono il trasbordo su una nave più piccola che li porterà a terra, la dottoressa passa con il bambino in braccio con cui gioca. La coppia è catalizzante l’attenzione dei profughi che li guardano e i loro lineamneti per un attimo si distendono. Alle risate del bambino c’è anche un accenno al sorriso. La potenza di una donna con un bambino in braccio si ripete!

 

Tre ragazzi ed un insegnamento. I portatori di scabbia sono messi in isolamento in un’area delimitata da una tenda. Alla fine del pasto, un ragazzo lancia della carta verso un sacco dell’immondizia, sbaglia mira e la carta finisce per terra. Due coetanei si rivolgono a lui e si capisce che lo rimproverano. Lo esortano ad  essere più ordinato e gli mostrano come deve fare. L’esempio è l’insegnamento migliore.  Anche per noi."

 

16 dicembre

"Siamo in una pausa fra uno sbarco ed un altro. Questa mattina alle 5 sono stati raccolti 210 migranti in mare su gommoni con mare agitato. Ci sono tre donne, una delle quali (Costa d'Avorio) è in gravidanza al terzo mese e mezzo.

La visita e l'ecografia sono normali, la gravidanza è in normale evoluzione. La donna sta bene.

Adesso siamo in attesa di altri migranti. Le notizie, ancora in attesa di conferma, dovrebbero essere circa 250 fra cui bambini e donne, una in avanzato stato di gravidanza.

 

Nei giorni 4, 5, 6 abbiamo prestato assistenza sulla Nave Etna a naufraghi trasbordati rispettivamente da Nave Orione (75 migranti), Nave Driade (204 migranti), Nave Cigala Fulgosi (102 migranti) e Mercantile Bourbon Argos (103 migranti). Naufraghi provenienti in maggioranza da Senegal, Mali, Gambia, Guinea, 7 donne e 57 i minori. Si è proceduto ad effettuare i controlli sanitari immediatamente all’imbarco. Si sono evidenziati segni generali di affaticamento, malnutrizione, ipotermia e disidratazione.

Le situazioni cliniche evidenziate sono stati 16 casi di sospetta scabbia e 3 casi di micosi cutanea diffusa, i naufraghi sono stati cambiati, curati ed isolati in un’area dedicata; 5 lesioni lacero-contuse, una delle quali è stata suturata; 1 ascesso sotto la pianta del piede che è stato inciso; 4 casi di iperpiressia, uno dei quali con sospetta malaria; molti casi di ustioni chimiche ai glutei e in sede perineale (due donne); alcuni casi di epigastralgia e dolori addominali.

I casi clinici più impegnativi sono stati: un naufrago con ustioni diffuse per il 25-30% del corpo, un caso di grave ipotermia e riferita ingestione di idrocarburi, entrambi stabilizzati e medicati e trasferiti a Lampedusa; un caso di lussazione della spalla sinistra e trauma toracico a destra. Una donna con ingorgo mammario e stato confusionale per la perdita del figlioletto di pochi mesi.

I migranti sono stati trasferiti nuovamente alle navi di provenienza al termine dello screening sanitario e le prime cure e le operazioni di polizia. Sulla Nave Etna è giunta purtroppo anche il corpo di un migrante deceduto per arresto cardiaco."

 

17 dicembre

"Stanotte, alle 2, è nato a bordo della Nave Etna un piccolo di circa 3 kilogrammi in buone condizioni. La mamma, una giovane donna eritrea dal nome italiano, sta bene.

Il parto è avvenuto nell'area sanitaria allestita sul ponte della nave assistita da me e la Dott.ssa di bordo, Serena con l'aiuto della Dott.ssa del CISOM. I soldati del regimento S. Marco ed i marinai hanno fatto il cordone sanitario per consentire lo svolgimento dell'evento con la massima tranquillità possibile.

La giovane donna ha affrontato il travaglio e il parto con grande dignità. In piedi ha dondolato sulle gambe sostenuta a turno da una di noi per avere sollievo dal dolore. Gli altri profughi si sono accorti dell'evento solo all'ultima spinta. ll piccolo è stato posto in una culletta fatta con una scatola di cartone rivestita di lenzuola pulite e metallina dorata, allestita da Giuseppe un infermeriere della marina. Un plaid e una borsa dell'acqua calda lo hanno riscaldato. Si è attaccato al seno ed ha succhiato con vigore.

E' stato un gran lavoro di squadra con l'obiettivo comune di assistere questa giovane mamma e il suo piccolo, senza distinzione di appartenenza o grado.Tutto l'equipaggio è molto colpito dall'evento. Abbiamo visto occhi lucidi a tutti i livelli. Noi tutti siamo ancora emozionati!

 

Adesso mamma e piccolo sono nell'ospedale di Agrigento affidati alle cure dei colleghi che hanno espresso apprezzamento per l'assistenza data.

Ci auguriamo tutti un futuro splendente per questo piccolo e la sua coraggiosa mamma, come la giornata trovata a Lampedusa."

Maita

 

 

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Canale Notizie - 09-12-2014 - Segnala a un amico


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